lunedì 29 settembre 2014

Primo Contatto


Mario,
ho letto di nuovo la tua lettera oggi dopo qualche giorno che non la riguardavo. Ed anche se non riesco a comprendere pienamente perchè lo faccia, vorrei comunicarti che sono pronto ad entrare a far parte dell'Organismo. Questo però ad una condizione: che possa continuare a pensare con la mia testa. Troppo spesso ho visto persone genuine associarsi per diventare poi fanatiche integraliste. Come mi dicevi, il patrimonio dell'Organismo è patrimonio dell'umanità. Ecco, non voglio ne vorrò mai separarmi da essa. Desidero continuare a sentirmi al pari degli altri esseri umani. Semmai vorrei risolvere, se possibile, alcuni dei loro problemi. Per questo entro nell'Organismo: non desidero posizioni di potere, essere depositario di arcane conoscenze, per poi un giorno guardarmi intorno e ritrovarmi orribilmente solo a combattere una battaglia che nessuno intuisce.
Questo è l'inizio della mail che ho spedito a Mario. La decisione è ormai presa, sento che i tempi sono maturi per fare un ulteriore balzo. Questa volta non all'interno di me, alla ricerca della mia più profonda natura, ma verso qualcosa di misterioso, artificiale e potenzialmente molto pericoloso. Ma la posta in gioco è veramente grande, e non posso esimermi dall'impegnarmi in questa avventura. Il grado di addormentamento degli esseri umani è terribile, ed è spaventoso constatare come questa misera condizione trascini il mondo nel baratro. Io non mi ritengo un saggio, ma una persona che ha saputo, seppur fra molte difficoltà, continuare ad aver fiducia nelle possibilità dell'uomo, nel fatto che dentro di noi, e non fuori, si può trovare la forza per risolvere ogni problema, per superare ogni difficoltà e per costruire un mondo veramente più bello. Per noi e per coloro che ci seguiranno.
Ma questo io non desidero perderlo. Non voglio promettere a nessuno la mia cieca fedeltà, non voglio "credere". Io voglio capire e condividere. E cercare di portare con me quante più persone mi è possibile. Perchè ognuna di loro ha una storia di sofferenze e difficoltà, e merita di poter riscattare la propria condizione. E' per questo che ho posto questa condizione al mio ingresso nell'Organismo.
Ho ricevuto una risposta da parte di Mario solo un paio di giorni dopo:
Anch'io ho riletto varie volte la tua mail. Mi sembra una cosa sensata, ma inusuale. Solitamente le nostre richieste vengono accettate con sollievo, forse perchè i nuovi membri vengono normalmente reclutati fra persone estremamente dotate di intuito: doni che oggi sono assolutamente fuori luogo e senza sbocchi. Nel tuo caso il reclutamento si è basato su criteri leggermente diversi, data la gravità della condizione attuale. I saggi a cui ho sottoposto la tua condizione hanno accettato di vederti. Questa sera penserò a "rapirti", cioè userò la mia energia per farti viaggiare laggiù: non ti preoccupare, ad un certo momento perderai i sensi e ti ritroverai proiettato in una sala dove solitamente prendono luogo i nostri dibattiti. Se ce la farai ad addormentarti meglio.
La sera stessa non riesco a prendere sonno. Troppe domande, troppi dubbi, troppa inquietudine. Avviso mia moglie di quello che accadrà, ma ella è ormai abituata ai prodigi di Mario. Al momento convenuto le chiedo di lasciarmi solo nella mia stanza. Mi concentro, cercando di assaporare ogni istante. Cosa mi aspetterà laggiù? Inizio ad avere una paura terribile. E se mi stessi cacciando in un immenso guaio? Loro sono troppo potenti ed io non ho alcun asso da giocare per difendermi. Cammino per la stanza nervoso, mancano pochi minuti. Fisso il vuoto. Pochi secondi. Sento una specie di giramento di testa e vedo una nebbia spuntare dal nulla: mi avvolge completamente, sento un colpo allo stomaco. Chiudo gli occhi.
Odo il silenzio intorno a me. Una umidità penetrante, ed un forte odore di chiuso. I pochi rumori sembrano attutiti. Apro gli occhi e scopro con malcelata meraviglia di essere in una caverna. L'illuminazione è particolare, in quanto sembra che le pareti stesse emanino un tenue bagliore. La stanza potrà contenere al massimo una cinquantina di persone. Ce ne sono circa dieci, che mi guardano rilassati, seduti su alcuni sgabelli di pietra. Le loro vesti sono semplicissime, di una tela grezza, colorata con colori naturali. Colgo nei loro occhi lo stesso sguardo che ho immaginato quando ho associato il Cronorivelatore ai suoi inventori: una profonda saggezza, ma una lontanissima stanchezza, quasi un senso di incommensurabile noia. Il tono della loro voce è del tutto simile ai loro sguardi: profonda, scandita con tono quasi meccanico. Sembra che stiano recitando. Mario, accanto a loro, si alza e mi invita a sedermi. Sento gli occhi dei presenti su di me: il loro silenzio mi mette in agitazione.
"Abbiamo letto la tua condizione. Seppur viziata dall'ignoranza di un essere umano, la troviamo accettabile ed, in parte, condivisibile. Nessuno ti chiederà in futuro conto delle tue convinzioni: sei libero di coltivarle come meglio credi. Questo ti impedirà di poter accedere a molti degli arcani in nostro possesso: la tua volontà nel non voler fonderti nella nostra comunità ti impedirebbe comunque di beneficiarne appieno. Da ora in poi sarai considerato un esterno che, indirettamente, gode in parte dei benefici che a noi sono totalmente concessi. Il tuo impegno dunque non si profonderà nella sacra attività spirituale, ma sarà legato alla nostra operatività. Il nostro compagno ti condurrà dal tuo Circolo: sarà con loro che da ora in poi la tua attività verrà conseguita. Anche se hai in parte rifiutato la nostra offerta, sei comunque dalla nostra parte. E questo è quello che ci interessa".
Il discorso mi ha turbato negativamente: sento sollevarsi quella tipica sensazione che mi prende quando mi rendo conto di non star bene in una determinata situazione. Sento la necessità impellente di allontanarmi: sì, ma dove? Dove siamo, veramente? Mario si accosta e mi legge nel pensiero: "Siamo molto in profondità, solitamente ci incontriamo qui. Questo accade da molto, molto tempo. Ti riporto a casa. Chiudi gli occhi". Non mi curo degli altri, non voglio più osservarli: fisso Mario e chiudo gli occhi.
Il viaggio di ritorno è molto semplice: mi ritrovo in piedi nella mia camera da letto, come se nulla fosse accaduto. Sembra che il viaggio duri davvero pochissimo, e che sia praticamente istantaneo. Faccio qualche respiro, l'aria è tornata respirabile. Ora che le preoccupazioni si sono dissolte alla luce della mia esperienza, mi sento vuoto. La mia mente sta cercando di capire cosa è accaduto, e di adeguarsi a ciò a cui ho assistito.
La prima cosa che mi viene in mente è l'espressione del volto dei vecchi: spenti, annoiati, distanti. Sembra che, tranne le sembianze, non fosse rimasto niente di umano in loro. La glacialità delle loro parole e il loro sguardo tradivano una completa mancanza di sentimenti, di emozioni, di empatia. Questo solitamente mi impaurisce molto: solitamente associo la mancanza di emozioni con un esubero di raziocinio, e mi domando: se una persona così razionale trovasse sulla propria strada un ostacolo rappresentato da un essere umano, ne avrebbe rispetto? O preso dalla propria convinzione non esiterebbe ad eliminarlo per amore della proria causa? La stessa impressione non mi lascia al ricordo dei vegliardi, solo che moltiplicata per milioni di volte. Sono abbastanza inorridito, non desidero vederli mai più. Apro la porta e cerco mia moglie.

Il giorno dopo ricevo una mail di Mario appena sveglio:
Questa è l'ultima mail che ti scrivo. Desidero comunque che tu rifletta su ciò che pensi dei Saggi del nostro consiglio. Ai tuoi occhi appaiono non umani, ma in realtà essi hanno toccato con mano vette altissime di comprensione dell'universo, tali che per loro è ormai impossibile tornare alla loro primitiva situazione. L'esercizio costante, la completa dedizione, nonchè la conoscenza delle infinite possibilità dell'Essere li hanno resi ciò che sono. Essi hanno sacrificato la propria umanità per amore dell'Umanità intera, non giudicarli negativamente, ti prego. Spero che col tempo il tuo pensiero nei loro confronti muti. Nel frattempo, ti dico che al consiglio di ieri sera è stato deliberato che la tua educazione venga fatta sul campo. Il mio compito è dunque finito. Ti affido al Circolo a cui farai riferimento in futuro. Esso è formato da uomini e donne operative: sono coloro che svolgono il compito di mettere in pratica le "azioni". Ti sveleranno loro di cosa si tratta. Ecco l'indirizzo email con cui puoi contattare Giovanni anche da subito: è stato già messo al corrente di tutto. Per ora ti auguro buona fortuna.

giovedì 24 luglio 2014

La leggenda di Kuram e dei figli di Samuor

Al rientro dalle vacanze ho riletto più volte i messaggi di Mario, riflettendo a lungo sulle loro conseguenze in un'ottica più universale. E' chiaro che il mondo non è tutto rose e fiori: le notizie che arrivano in questi giorni dagli scenari di guerra ancora aperti nel mondo ne sono una tristissima conferma. Ho pensato dunque che, così come in ognuno di noi esistono desideri di pace contrapposti a brame di guerra, è naturale supporre che esista qualcosa che si contrapponga all'Organismo. Riflettendo su questa affermazione mi sovviene una intuizione che ha a che fare con la dualità dell'Universo. L'essere umano vede ovunque contrapposizioni: bene e male, giusto e sbagliato, buoni e cattivi. Ma i saggi ci hanno insegnato che non esiste nulla senza il suo contrario. E che tale contrapposizione sussiste comunque solo ai nostri occhi, uomini mortali: se riuscissimo ad elevarci dallo spazio e dal tempo in cui siamo fatalmente immersi riusciremmo a scorgere la totalità dell'Esistenza, dove i poli opposti si riuniscono e si completano a vicenda. Mi viene in mente di come nel simbolo del Tao spesso si dimentichi un fatto fondamentale, ossia che le parti nera e bianca non sono statiche, ma in continuo movimento. Come ad indicare il fatto che la polarità, la dualità, insomma ciò che riusciamo a percepire con la nostra razionalità, dato che i due estremi sono immersi in una dimensione temporale che ne muta continuamente la forma e la posizione, sia essa in realtà un processo in incessante movimento. Ciò che oggi può apparire giusto, domani può non esserlo, o può non esserlo oggi, in un'altra situazione.

Ricevo a breve una mail di Mario. Comincio ora a capire quali sono i momenti significativi della vita di cui mi parlava quando ero in vacanza. Il messaggio è molto lungo e lo riporto a stralci:
Vedo che ci stai arrivando da solo, ma permettimi comunque di inquadrarti in modo schematico la nostra posizione. La Tradizione ci consiglia di informare i nuovi membri circa gli insegnamenti dell'Organismo presentandoli attraverso storie, razionalità ed analogie. Anch'io ne sono venuto a conoscenza in questo modo, e lo trovo tuttora un'ottimo metodo, in linea con la nostra visione del mondo.
Cominciamo da molto, molto lontano. Decine e decine di migliaia di anni fa alcuni esseri umani del nostro pianeta si resero conto che l'energia più potente dell'Universo non era quella della Natura, delle tempeste o dei vulcani. Essa non era l'energia che smuove la terra, che scatena i fulmini o che solleva le onde del mare. L'Energia più potente non era nemmeno quella che dava la vita, che permetteva ad una foresta di crescere malgrado i cambiamenti climatici o l'avvicendarsi delle stagioni, o che manteneva in salute un uomo. Tutte queste erano solo schiave di un'altra energia, più occulta e potente.
Questi nostri antichi antenati si posero domande di questo tipo. Perchè un uomo perde la vita? Potrebbero esistere milioni di motivi per cui un essere umano potrebbe non riuscire più a sopravvivere: perchè questo a volte accade e a volte no? Perchè le intenzioni di alcuni si concretizzano, portando i risultati sperati, mentre quelle di altri si infrangono sui più vari ostacoli? Mentre di fronte ad alcune il destino si abbatteva con ferocia, essi avevano osservato che di fronte ad altre la Natura, il mondo intero, qualunque condizione avversa, erano tutte costrette a piegarsi. Le spettacolari forze della Natura sembravano sconfitte di fronte all'intento delle azioni di alcuni uomini. Quando furono interrogati su cosa avessero di diverso queste azioni rispetto alle altre, tali uomini risposero con semplicità che avevano seguito una "voce": nel loro cuore essa aveva parlato loro suggerendogli che, se avessero eseguito con obbedienza i suoi consigli, il loro successo sarebbe stato totale, malgrado qualunque condizione iniziale avversa.
Oggi parliamo di fortuna, destino, caso. Ma tali uomini compresero che questa abilità era diversa, che non poteva essere ogni volta una pura e semplice combinazione. Arrivarono dunque ad ipotizzare che dentro tutti gli uomini esistesse una "voce" che, se ascoltata, porta le azioni degli uomini verso un completo ed indubitabile successo. Si accorsero purtroppo subito di una cosa: che la voce non è nè buona, nè cattiva. Essa infatti non è dalla parte di nessuno, nè degli onesti, nè dei disonesti. Nè dei santi, nè dei malvagi. Semplicemente, la sua azione è diretta a far sì che gli scopi che un uomo si prefigge possano essere realizzati nel miglior modo e nel minor tempo possibile. 
Cercarono dunque, con estrema metodicità, il modo più semplice ed efficace per far sì che questa voce potesse esprimersi sempre di più. Lo trovarono, scoprendo con stupore che essa in realtà si esprime in continuazione, donando consigli in tutti i campi della vita, e che essa è quasi sempre sommersa dal rumore di altre voci. Emozioni negative, convinzioni limitanti, attività mentale viziosa: queste condizioni ne limitano la percezione, inducendo l'essere umano a considerare la "voce che esaudisce i desideri" al pari delle altre, lasciando dunque i suoi consigli incompiuti. Oggi chiamiamo questa voce "Intuizione". Ne riparleremo ampiamente in futuro, quando ti spiegherò come ottenerne tu stesso il dominio. Per ora continuiamo questa leggenda.

Ricordo che la parola "Intuizione" era già stata nominata da Mario nel primo messaggio ricevuto davanti all'immagine di Daniele nella fossa dei leoni. Egli diceva che tale iconografia rappresentasse in un remoto passato "l'Intuizione che si destreggia attraverso le iniquità del mondo". Credo che questa definizione si adatti bene alla spiegazione che Mario mi sta dando.
Fra gli antichi un uomo si distinse, sia per sapienza che per risultati. La Tradizione non riporta nè il suo luogo di nascita, nè dove egli sia vissuto e sepolto. Conosciamo solo il suo nome: Kuram. La leggenda che circonda il suo nome è antica di migliaia e migliaia di anni. Sappiamo che proveniva da una semplice famiglia di contadini, ma che per sua natura amava le sfide e il viaggiare lontano. Divenne un mercante, e nel suo peregrinare incontrò un gruppo di saggi. Apprese con estrema velocità tutto quello che essi avevano da offrirgli. Ma egli fece molto di più: seguendo le indicazioni della sua Intuizione, riuscì a superare i limiti imposti alle capacità umane sfruttando le sue innate abilità spirituali. Scoprì dunque che l'Intuizione non è l'unica possibilità sovramateriale dell'essere umano, ma che egli, se opportunamente addestrato, può riuscire in tempi ragionevoli ad ottenerne moltissime altre. Egli scoprì tutte le meravigliose possibilità dell'Essere, fra cui la luminescenza, e le insegnò ai suoi amici. Non solo: creò l'Organismo come lo conosciamo ora, ne stabilì la struttura e quali dovessero essere i fini dei suoi adepti. In particolare si narra che egli per primo stabilì che l'Organismo era pronto per assolvere ad un compito estremamanente importante per il nostro pianeta, ossia la materializzazione delle energie umane, allora in rapida ascesa, verso l'ottenimento di un mondo più vivibile e pacifico. Cosa che ancora oggi noi cerchiamo di fare. 

Alcuni dubitano della reale esistenza di Gesù Cristo. Altri mettono in dubbio che tutto ciò che si tramanda su di lui corrisponda a verità storica. Lo stesso accade anche per il fondatore dell'Organismo:
Esistono anche molte leggende su Kuram. Si dice per esempio che avesse ottenuto  la possibilità di poter allungare la propria vita a piacimento e che ne avesse tenuto segreta la scoperta. Alcuni sostengono che questo rientri nel mito, più che nella realtà. Tradizionalmente si attribuiscono a Kuram la scoperta di molte delle più importanti leggi che regolano l'universo. In particolare definì compiutamente la legge di equilibrio: essa in sostanza afferma che ad ogni creazione ne corrisponde sempre un'altra di natura opposta. Si narra che Kuram, secondo questa legge, intuì che, contemporaneamente alla nascita dell'Organismo, dovesse a breve necessariamente nascere anche una nuova organizzazione dedita al compito inverso: quello cioè di evitare accuratamente che le energie umane si concentrassero artificialmente in una direzione di miglioramento delle condizioni del pianeta Terra e dei suoi abitanti. Di lì a poco uno dei suoi allievi più dotati, Samuor, si allontanò dagli insegnamenti del maestro, in contrasto con il suo progetto. Secondo l'allievo infatti è ingiusto convogliare le energie prodotte dal genere umano in corsi aridi e pianificati, ma che anzi era necessario impedire a tutti i costi che questo accadesse. In questo modo l'umanità avrebbe veramente imparato dai propri errori e, seppur temporaneante moribonda, col tempo essa avrebbe scoperto una linea di sviluppo autonoma e spontanea, l'unica in grado di sostenersi autonomamente nel corso dei millenni. Samuor sparì portando con sè le scoperte di Kuram, e fondò una nuova organizzazione, ancora oggi viva più che mai. L'Organismo è in perenne lotta contro i Figli di Samuor, che minacciano continuamente i nostri sforzi di portare ordine e pace nel genere umano: strenuamente difendiamo le nostre creazioni dai loro attacchi. 
Ti chiederai chi sia a questo punto nel giusto: coloro che si sforzano di convogliare le umane energie verso una accelerazione del loro inevitabile progresso, o coloro che invece spietatamente credono che, senza imparare dagli errori, il genere umano non può ottenere alcun duraturo miglioramento? Chi fa parte dell'Organismo ha fatto la sua scelta, cercando se possibile di evitare dolore e sofferenza. Sappiamo che a volte questo è inevitabile, ma se esistesse la possibilità di una scorciatoia verso un progresso senza disperazione, perchè non adoperarsi per avvantaggiarlo? Perchè non tentare? I membri dell'Organismo non ce la fanno a rimanere con le mani in mano mentre migliaia e migliaia di fratelli sono nell'angoscia. Prova a pensare alle dittature, alle stragi, ai genocidi, alle guerre del nostro mondo. Pensa al peggiore dei dittatori: egli sarebbe potuto rimanere una persona qualunque, continuare a fare il lavoro che faceva in precedenza, oppure poteva morire, o essere ucciso. Perchè questo non è accaduto? Perchè, anche se il mondo intero rifiuta la guerra, egli è riuscito comunque a diventare ciò che era? Quali bassissime energie ha egli convogliato, ha manifestato, ha portato a compimento? Non era possibile far prendere alla Storia un'altra strada?

Il discorso di Mario sembra convincente, anche se non mi sento di condannare del tutto la spinta che anima i cosidetti Figli di Samuor. Forse egli intuisce già questa mia indecisione, dato che cerca vivacemente, e con reale drammaticità, di argomentare la sua scelta. Ma il dubbio rimane: davvero gli essere umani possono essere guidati senza per questo dover limitare la loro libertà? Mi vengono in mente molte istituzioni internazionale che sono nate con le migliori intenzioni, e che poi si sono dimostrate scatole vuote, perchè forse gli esseri umani non erano pronti a recepirne il messaggio. Mario conclude la sua lunga mail con un tono da rivelazione:
Kumar ci dette anche la spinta iniziale a studiare le analogie che si manifestano in un dato luogo e in un dato momento. Ci suggerì di studiare il moto degli astri, indicando nei maggiori di essi le energie che solitamente li contraddistinguono, accompagnando le loro rispettive posizioni a delle profezie. Alla luce di queste informazioni, ti posso affermare con assoluta certezza che la situazione che sta vivendo in questi anni l'umanità è di cruciale importanza. Un momento come questo si ripete solitamente ogni diverse migliaia di anni. Ed è per questo che desideriamo che tu venga con noi: perchè sappiamo che, anche tu come noi, nel tuo cuore non puoi accettare di veder buttare via vite innocenti per pure combinazioni ed ignoranza. Il genere umano ha bisogno di una guida, e noi possiamo far sì che essa venga alla luce. Ma per essere certi che questo accada abbiamo bisogno di ogni aiuto possibile.

Ho letto e riletto questa mail decine di volte, quasi per cercare di capire se essa, nella leggenda di Kuram e dei Figli di Samuor, celasse un messaggio occulto. Oppure che esso fosse nascosto nella profezia contenuta nell'ultima parte, da cui si intuisce perchè l'Organismo è venuto a cercare uno sconosciuto appassionato di astrologia. 

Sento di aver già preso una decisione, ma essa non è ancora salita alla mia coscienza.




mercoledì 23 luglio 2014

Daniele nella fossa dei leoni


Ero davanti alla Cappella di San Gabriele, non lontano da Tarascona, quando per la prima volta ho ricevuto un messaggio di Mario. Osservavo rapito il fregio sopra il portale di ingresso della piccola chiesetta duecentesca, collocata armoniosamente in un semplice campo di ulivi, cercando di immaginare chi fosse il personaggio alla sinistra dell'opera, quello fra le due bestie feroci. Ho saputo solo più tardi che rappresenta Daniele nella fossa dei leoni. Rapito in questi pensieri, immerso nel sobrio paesaggio provenzale che mi circondava, ricevo il primo messaggio di Mario. Una mail di due righe senza alcun oggetto:
La figura che stai osservando a sinistra è una moderna rappresentazione di quello che è un simbolo molto antico: l'Intuizione che si destreggia attraverso le iniquità del mondo.
Come ho descritto nel post precedente, nel leggere questa frase sono letteralmente sobbalzato. Un terrore profondo, nato da qualcosa di veramente antico, si era risvegliato in me. Non so spiegare cosa fosse questa sensazione. Mi ha dato come l'impressione di rivivere ciò che avrebbe provato un nostro antenato alla spaventosa sensazione di essere seguito da una bestia feroce, che in qualunque momento avrebbe potuto ghermirlo. Il cuore mi batteva all'impazzata, credevo di essere seguito, ho avuto paura per la mia famiglia che aspettava poco distante dalla chiesa.
Ricevo subito una seconda mail:
Non sono lì con te, sciocco. Sono davanti al computer di casa mia, in Italia. Tu pensi ed io ti rispondo con una mail, perchè hai ancora troppe emozioni per poter udire quello che io sto pensando. E' un modo semplice per aiutarti a comprendere senza per questo interferire in alcun modo nella tua vita. Il mio compito è risvegliare quella naturale abilità che ci fa comprendere cosa è veramente significativo nella nostra esistenza. Vedrò quando ti appresserai a questi momenti importanti e cercherò con le mie parole di sottolineartene la rilevanza. Col tempo ti abituerai da solo a percepirne i messaggi.
Dal terrore si passa qui alla confusione. Come faceva Mario a sapere dove ero? Una sorta di visione remota? Mi viene subito in mente che alcune delle possibilità che questa prospettiva offre sono lesive sia della privacy che della dignità delle altre persone. Mi sento spiato ed in qualche modo non libero di poter agire come meglio credo. Inizio a rispondere al suo messaggio, ma dopo pochi secondi ne arriva un altro:
Non preoccuparti, non mi farò gli affari tuoi. Ho fatto giuramento di utilizzare questa mia "capacità", come tu la chiami, esclusivamente a scopo didattico, per accellerare un processo di apprendimento che hai già parzialmente iniziato. Visto che per imparare quello che noi sappiamo già fare, fra tentativi e fallimenti, avresti bisogno di un paio di secoli, grazie ai miei suggerimenti hai ora la possibilità di apprenderli in poco tempo. Sei dei nostri, o ci abbandoni perchè hai paura che i tuoi segreti vengano scoperti?
La mia naturale curiosità si era di colpo infiammata. La possibilità di poter accedere ad antichi segreti, magari a rituali magici per l'ottenimento di capacità extrasensoriali ha acceso il mio desiderio di beni materiali: denaro, fama, importanza. Mi vergogno ancora ora ad ammetterlo, ma all'inizio non mi era passata nemmeno per un attimo l'idea che queste capacità potessero essere messe al servizio di qualche fine più ampio. Dopo qualche istante ritorno in me e noto a malincuore che, malgrado gli anni passati a cercare di migliorare, sono il solito avido di sempre. Un nuovo messaggio:
Ti invito a riflettere su quello che ti è capitato nel momento in cui ti sei sentito "eletto", o più fortunato degli altri. Questi "doni", come li chiami tu, non sono fardelli leggeri da trasportare, perchè per ottenerli è necessario perdere tutto sè stesso. Ma questo fa parte della tua vita, e sono sicuro che sai di cosa sto parlando. Quello che invece volevo sottolineare è che non esistono segreti, tecniche particolari o riti sciamanici da compiere per ottenere quelle che tu chiami "capacità extrasensoriali". Dal nostro punto di vista, utilizzarle è del tutto normale, dato che esse sono capacità intrinseche dell'essere umano. Per sua natura qualunque uomo è in grado di poter viaggiare nello spazio e nel tempo, osservare luoghi e tempi distanti, materializzare oggetti e così via. L'uomo è capace anche di donare la vita, oltre che di toglierla. Ma per raggiungere questi traguardi è necessario che arrivi ad un certo grado di luminescenza (?, ndr). E' come se qualcuno avesse una benda sugli occhi dalla nascita. La sua capacità di vedere, seppur bisognosa di educazione, è sempre stata lì, a disposizione. Quando per caso la benda si scosta egli vede brandelli di luce, ma non ne sa interpretare la natura. Con un enorme sforzo di volontà potrà un giorno togliersi questa benda e scoprire cosa significa vedere. Se qualcuno lo aiutasse farebbe comunque molto prima.
La mail prende ora dei toni drammatici:
E' per questo che ci interessi. Vogliamo reclutarti dalla nostra parte (?, ndr) perchè abbiamo bisogno di una persona con le tue attitudini per un lavoro di estrema importanza. L'umanità sta vivendo un momento straordinario, si stanno aprendo delle incredibili possibilità di evoluzione. Se non colte esse manterranno il genere umano in una condizione dolorosa. E' difficile da spiegare in questo momento, ti sarà chiaro fra non molto. Abbiamo bisogno di molti mezzi per poter materializzare questo cambiamento. Il conflitto è giunto ad un nodo rilevante, e sappiamo che gli altri ti stanno cercando. Ti vogliamo con noi. Accetti?
Questa è stata l'ultima mail che ho ricevuto quel giorno. La mia confusione ora era totale. Chi sono questi "altri" che mi stanno cercando? Sono i "cattivi"? O forse Mario è dalla parte dei cattivi, e gli altri sono "buoni"? E questo tono da catastrofe imminente, cosa rappresenta? Sono forse una setta di millenaristi, o invasati totali? 

Tutto questo si è svolto nel giro di pochi minuti. La mia famiglia mi sta aspettando, rientro da loro, cercando di non far trapelare il mio sconcerto. Non voglio avere a che fare con nessuna guerra, di nessun tipo. Non rispondo alla mail di Mario. Decido di prendere del tempo per riflettere.




martedì 22 luglio 2014

L'Organismo - Indice degli articoli


  1. Il "cronorivelatore": vedere gli Dei accanto a sè.
  2. Cronorivelatore - Gli studi del Dr. Ghosh 
  3. La lettera di un misterioso indiano
  4. Appuntamento con uno sconosciuto 
  5. L'Organismo: alcune premesse
  6. Daniele nella fossa dei leoni
  7. La leggenda di Kuram e dei figli di Samuor  
  8. Primo Contatto




L'Organismo: alcune premesse


In questa settimana ho intrattenuto alcune conversazioni a distanza con Mario, il misterioso personaggio membro dell'Organismo. Tramite le sue mail ho raccolto alcune informazioni sull'Organismo, sulla sua cultura e i suoi fini. Sconcerta parlare in termini semplici di una struttura così antica, anche perchè è veramente difficile poter descriverne il patrimonio culturale ad un pubblico di varia estrazione - come mi auguro sia quello che sta leggendo queste righe. Cercherò di fare del mio meglio, anche se in alcuni punti sarò volutamente oscuro. Ad esempio, non mi è concesso informare i miei lettori di come contattare l'Organismo, magari divulgando l'indirizzo mail che utilizzo per scrivere a Mario. Anche perchè dubito fortemente che risponderebbe alle vostre domande. Almeno, alle mie non risponde. Ho provato più volte a fargliene, a chiedere informazioni, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. E' sempre lui che contatta me. E le sue risposte riguardano esclusivamente gli argomenti che ha sollevato in precedenza.
Le nostre conversazione, al pari della misteriosa organizzazione che sto iniziando a conoscere, si svolgono in maniera inusuale ed inquietante. La prima volta che sono stato contattato da lui mi ha descritto un evento a cui avevo appena assistito. Mi sono spaventato, e davvero ho creduto che mi avesse segretamente seguito, tanto che mi sono girato di scatto terrorizzato. Chiaramente lui non era lì. Ho chiesto spiegazioni riguardo a come facesse a sapere cosa stavo vivendo in quel momento, ma ha liquidato con sufficienza questa sua inspiegabile capacità di "vedere" a distanza. "E' banale, lo sanno fare tutti, solo che non sanno di saperlo fare" mi ha risposto, aggiungendo che lui approfitta dei miei "momenti significativi" per illuminare esperienze a cui darei altrimenti valore poco o nullo. 
Vi racconto, a titolo di esempio, l'ultimo in ordine di tempo. Questa settimana sono stato in vacanza in Francia con la mia famiglia. Passeggiando per Rue Saint-Jean, a Lione, mi imbatto in una libreria esoterica molto interessante. Raccolgo qualche minuto ed entro incuriosito, senza l'idea di comprare alcunchè, anche perchè conosco a malapena il francese. Curiosando fra gli scaffali, trovo comunque un libro molto interessante sulla scuola platoniana inaugurata da Cosimo il Vecchio e diretta da Marsilio Ficino, scritto una trentina di anni fa da Daniel Béresniak, compianto studioso francese di esoterismo e frammassoneria. Il prezzo è abbordabile e lo acquisto al volo. Dopo pochi minuti arriva un messaggio di Mario, in cui mi illustra con molti dettagli l'importanza dell'attenzione verso la propria interiorità, e di come sia importante, in particolare in luoghi sconosciuti, lasciarsi trasportare dalla propria intuizione per cogliere l'essenza del luogo, di coloro che lo abitano o lo hanno abitato, e del messaggio simbolico che esso manifesta nel mondo. Mario aveva "visto" il significato della mia esperienza, e me lo ha sottolineato.
Un'ultima precisazione prima di iniziare. Potrebbe sorgere questa domanda nel cuore dei lettori: "Perchè ti è possibile divulgare queste informazioni? L'Organismo non è geloso della sua cultura, delle sue tecniche, dei piani che ha per l'umanità"? Rispondo a questa domanda con le parole di Mario:
Potrai divulgare tutto ciò che vuoi. Quello di cui stiamo parlando è patrimonio dell'umanità, non di una sua parte. Comunque, tutto quello che ti dirò è già di dominio pubblico, non esiste nulla di segreto. Sono state scritte biblioteche intere sugli argomenti di cui parliamo e parleremo in futuro. Semplicemente, la maggior parte degli esseri umani non si interessa a questi argomenti. Anche in un momento storico come questo, in cui il sapere è accessibile più che mai, le persone preferiscono adempiere al loro destino riproducendo quello dei loro antenati, vissuti in condizioni molto più dure, senza accorgersi che la vita è cambiata, che il mondo di oggi è profondamente diverso da quello dei decenni passati, e che la loro vita potrebbe essere di una facilità e bellezza sconcertante. Dunque ben venga una nuova divulgazione, a patto che prima l'autore sia consapevole di ciò che scrive.

Organismo - Indice degli articoli

mercoledì 9 luglio 2014

Ettore e Claudia: due ragazzi dietro il velo


Sono molto felice di poter ospitare sulle pagine del mio blog gli scritti del mio amico Giovanni Valchino. Con Giovanni condividiamo la passione per tutto ciò che è misterioso, diverso ed insolito. Ritengo che sia un bravo scrittore, e che i suoi scritti meritino un pubblico più vasto. Gli dono volentieri il mio piccolo spazio. 

In questa serie di post abbiamo deciso di pubblicare "a puntate" un libro che ha per protagonisti due giovani ragazzi (Ettore, il protagonista, e Claudia, la sua coraggiosa compagna) alle prese con le domande ed i problemi della vita di oggi. Le risposte che troveranno nel mondo dei grandi saranno uno specchio impietoso della nostra società, e i due ragazzi capiranno col tempo che la Verità si nasconde in un posto insospettabile.

***

Mi chiamo Ettore, ed ho conosciuto Claudia quando avevo otto anni. Con la sua famiglia (sua madre, lei ed il loro cane) vennero ad abitare nell'appartamento accanto al nostro verso la fine delle vacanze estive. Quando li vidi arrivare per la prima volta notai subito il fatto che in quella famiglia non mancavano di certo doti che io al tempo ritenevo prettamente maschili. Nella mia famiglia i ruoli erano infatti molto netti: mio padre dava gli ordini e mia madre sistemava tutto con pazienza, per far sì che le faccende andassero avanti comunque nel miglior modo possibile. La madre di Claudia riuniva invece in sè queste doti, organizzando con polso il trasloco delle loro cose: ordinava ai facchini quali scatole prendere per prime, in quale stanza della casa lasciarle, con una sicurezza che mi colpì. Notai che Claudia restava in silenzio, con in braccio il suo cane, ad attendere che le sue cose fossero portate in camera. Dopodichè chiuse la porta, disinteressandosi di ciò che capitava in casa, ed io non la vidi più per qualche giorno.

Eravamo ai primi di settembre e di lì a poco sarebbe iniziata di nuovo la scuola. Io ero molto eccitato, perchè sapevo che avrei finalmente rivisto i compagni che avevo lasciato alla fine dell'anno precedente. Quell'anno compivo dieci anni ed iniziavo la quinta elementare. Il primo giorno di scuola noto Claudia, da sola, che attende la campanella nel cortile della scuola. Vengo a sapere che siamo di nuovo nella solita aula dell'anno precedente e mi accomodo nel banco che precedentemente occupavo. Accanto a me c'era Giorgio, anch'egli eccitato per il nuovo anno che stava per iniziare. Qualche minuto prima dell'inizio della lezione Claudia entra nella nostra classe, guardandosi un po' intorno. Mi riconosce, ma non cerca il mio sguardo. Si sistema sul banco vuoto di Giuseppe, in ultima fila, che era stato bocciato e che avrebbe quindi ripetuto la quarta. Ho un attimo di agitazione: l'ultima fila era tutta di Vincenzo, il ripetente, e della sua banda, gente con cui era meglio avere a che fare il meno possibile. Sono emozionato nel vedere cosa sarebbe accaduto. Vincenzo la osserva, ma per primo si muove un suo compare, Federico. "Non puoi stare qui" le dice. Lei lo guarda negli occhi: "E' già occupato da qualcuno?". Lui risponde avvicinandosi minacciosamente: "No. Questo posto è nostro, vogliamo stare tutti in ultima fila". Claudia osserva la situazione: non sembra affatto spaventata, e tiene lo sguardo fisso su Federico che lentamente inizia ad allontanarsi, vagamente intimorito. Claudia rimane qualche interminabile secondo in silenzio, poi dice: "Questo posto ora è mio". Federico esaurisce il coraggio e fa un passo indietro, cercando il suo capo. A questo punto arriva Vincenzo: "Ragazzina, ti abbiamo già detto che questo posto non lo puoi prendere. Punto". Claudia sorride: "Ah, tu sei il capo della banda, vero? Dovresti scegliere degli scagnozzi migliori, quelli che hai non valgono nulla. Mi sembra che anche tu come capo non sei un granchè, se per difendere il territorio da una femmina mandi avanti un altro. Credo che in fondo sei un codardo. Dimmi, i vestiti la mattina te li sceglie ancora la mamma?". Ho un balzo al cuore: non avevo mai visto nessuno trattare Vincenzo così. La mia paura sale alle stelle: dove ha trovato il coraggio?
Vincenzo si avvicina minacciosamente alla ragazza, ma in quel momento entra la maestra. Ci rivolgiamo verso di lei, ma tutti siamo ormai ansiosi di vedere come finirà lo scontro in fondo all'aula. Vincenzo, accorgendosi dell'insegnante, sussurra a Claudia che avrebbero fatto i conti dopo. Claudia lo indaga con occhio fermo, come per cercare di scoprire qualcosa, e poi si mette a sedere.

La mattina scorre velocemente, e al momento del pranzo scendiamo tutti in refettorio. Io osservo cosa sta accadendo dietro di me, quando noto che Vincenzo sta avanzando velocemente verso Claudia: probabilmente ha deciso di spingerla per fargli fare un bel ruzzolone giù per le scale. Claudia si accorge delle intenzioni del ragazzaccio e, con gesto rapido, si scansa all'ultimo secondo. Vincenzo, grande e grosso, non fa in tempo a fermarsi: si sbilancia e cade giù per le scale. La maestra dal fondo vede tutto e chiede a Vincenzo come ha fatto a cadere. Piangendo come una fontana, accusa Claudia di avergli fatto uno sgambetto. Claudia risponde immediatamente: "Maestra, io non gli ho fatto lo sgambetto. Come avrei potuto, se ero davanti a lui? Lui ha cercato di spingermi giù dalle scale: nel farlo è inciampato ed è caduto. Ha cercato di spingermi perchè io, una femmina, lo ho sfidato, mettendo in discussione il suo controllo sull'ultima fila della classe. Lui ora mi accusa di averlo fatto cadere, come se non avesse nulla da nascondere, ma bisognerebbe chiedergli cosa fa un coltello a serramanico nel suo zaino, e con quali intenzioni è venuto a scuola con un oggetto del genere". 
Fra di noi cade il silenzio: l'evidenza del ragionamento, la perfezione delle parole, il tono severo della voce ci hanno profondamente colpito. Anche se tutti conosciamo il coltello di Vincenzo, nessuno di noi aveva mai avuto il coraggio di denunciarlo. La maestra è così colpita che porta subito Vincenzo in aula, senza chiedergli nulla. Gli scagnozzi si guardano intimoriti. Io ancora non riesco a comprendere chi sia veramente la ragazza che si è aggiunta alla nostra classe, ma sento già di ammirarla profondamente.


martedì 8 luglio 2014

Appuntamento con uno sconosciuto

Assuefatti ormai alla routine quotidiana stentiamo a credere che in poche ore la nostra vita possa definitivamente cambiare. Che la nostra visione del mondo possa cambiare così tanto da rileggere con occhi diversissimi non solo la nostra storia personale, ma anche la storia del genere umano e di questo pianeta. Occupare da un momento all'altro un posto diverso dal resto degli abitanti di questo pianeta, così passivamente invischiati nella materialità. Con la responsabilità di far parte di una struttura inimmaginabile, antichissima, in cui il tuo ruolo potrebbe risultare fondamentale per il genere umano oppure rigettato in un attimo, perdendo per sempre la tua identità nell'impetuoso vento universale.
La settimana scorsa ho spedito un po' di materiale ad un misterioso indiano, in cui tratteggiavo sommariamente l'obiettivo delle mie ricerche, ed allegando del materiale in cui si indicavano le qualità energetiche dei giorni della settimana in corso. Le poche parole dell'indiano, la sua identità nascosta, il suo non firmarsi mi hanno da subito incuriosito ed affascinato. Inoltre, quell'accenno alla "legge di compensazione", che solo un paio di mesi prima avevo ipotizzato con il mio Maestro, mi ha definitivamente catturato. Ho risposto di getto, non pensando a chi avevo dall'altra parte, quindi senza minimamente immaginare con chi avevo a che fare.
Il misterioso indiano mi risponde dopo un paio di giorni. Una mail di due righe, dove mi informa che nel giro di poco sarei stato contattato da una persona "vicina a me" (close to you) che mi avrebbe fatto una offerta. Mi saluta e si congeda senza altre formalità. La mail viene ricevuta in un momento in cui ero preso da altre urgenti attività: la leggo con attenzione ma trascinato dagli eventi di quel giorno non la assimilo prontamente.
La sera stessa ricevo dunque un'altra mail da parte di un altro sconosciuto. Stavolta chi scrive è un italiano. Mi dice che ha ricevuto informazioni riguardo al mio lavoro sulle energie e che vorrebbe conoscermi, includendo dettagli molto precisi sul luogo e l'ora in cui ci saremmo dovuti incontrare. Lo avrei riconosciuto perchè avrebbe portato con sè l'immagine di un albero. Sposto i miei impegni, prendo un giorno di ferie, e solo a quel punto inizio a riflettere su quello che mi sta accadendo. Ma chi sono questi? Perchè sono così misteriosi, perchè non si firmano con i loro nomi, perchè non offrono nessuna credenziale? Perchè hanno parlato di una offerta? Cosa vogliono, che compri qualcosa? E sempre poi quella domanda di fondo: ma a chi possono interessare i miei studi, le mie supposizioni, le mie ipotesi? Non esiste ancora alcuna conferma, ho iniziato da poco a testarne i risultati: potrebbe essere benissimo autosuggestione. Inoltre, i pochi riscontri che ho ricevuto dalla vita degli altri non presentano alcun valore statistico. Cosa di tutto questo ha contribuito a generare questo fermento?
La notte prima dell'incontro non dormo, preso come sono da questi pensieri. Il sonno è agitato da incubi che non ricordo. L'atmosfera familiare, solitamente tranquilla, è agitata da qualche inafferabile demone che ispira tensione e preoccupazione. Io cerco di far finta di nulla, anche se una palpabile preoccupazione si legge nel viso di mia moglie. Le ho raccontato tutto. Anche lei è curiosa di sapere cosa succederà, ma una inquietudine sottile vela la nostra conversazione. L'appuntamento è comunque in un luogo pubblico, una stazione dei treni. Dubito che possa succedermi qualcosa di male; parto comunque con il proposito di girare i tacchi alla prima brutta sensazione.
Arrivo finalmente all'appuntamento. Trovo una persona di mezza età con in mano una grande fotografia di un albero. E' di media corporatura, vestito in modo del tutto normale, con un sorriso sereno sul volto. Dice di chiamarsi Mario. I modi sono gentili. La voce, calma, non possiede alcuna inflessione dialettale. Non ha nulla di particolare, si potrebbe dire una persona qualunque, educata e di buone maniere. Mi chiede se voglio accompagnarlo. Nel tragitto mi chiede chi sono, cosa faccio nella vita. Entriamo in un bar lì vicino: una rapida occhiata al barista mi fa capire che si conoscono, e che per qualche tempo nessuno ci disturberà. Scendiamo infatti per una scalinata di servizio, e ci sistemiamo su un balcone, adibito a magazzino, ricoperto da una fiorita vegetazione. L'aria è mite. Abbiamo due sedie ed un tavolo. Ci sistemiamo uno di fronte all'altro. E noto solo ora una cosa che mi aveva colpito fin dall'inizio: i suoi occhi. Anche se i modi sono dimessi ed i gesti ampi e regolari, gli occhi di Mario sono come ansiosi di scoprire, indagano in profondità, sono estremamente mobili, ma nello stesso tempo carichi di una profonda saggezza. Sembra che la vita scorra scontata davanti a lui, mentre cerca invece nei dettagli qualche cosa che possa incuriosirlo.
"Immagino la tua perplessità vista la segretezza con cui l'Elemento indiano ed io ti abbiamo contattato. Sappi che è mio compito rispondere a tutte le tue domande, anche se l'ordine ed il modo con cui comprenderai le risposte dipenderà esclusivamente da me". Comprenderai le risposte?
"Non ti dirò assolutamente nulla di me: quello che faccio nella vita non ti interessa. Sarà per te impossibile risalire a qualunque dettaglio della mia esistenza pubblica. Questo naturalmente non vale per il mio ruolo nell'Organismo. Di quello sarai informato, e conoscerai esattamente tutto quello che desidererai, perchè non ci sarà alcun segreto tra gli Elementi che concorrono al medesimo fine nell'Organismo." Dice l'ultima frase alzando leggermente gli occhi al cielo, come se recitasse una qualche Scrittura. Calca l'attenzione sulla parola Organismo: cosa è?
"Io ti istruirò a distanza, utilizzando svariate forme di comunicazione. Sei ancora molto agli inizi, non immagini ancora gli strumenti con cui gli Elementi comunicano fra di loro. All'inizio ti istruirò con mezzi tradizionali, come la mail che ti ho spedito per conoscerci. Ma in futuro useremo altri metodi, molto più immediati. Non saranno codici, telefonate, corrispondenza, o qualche altra diavoleria di comunicazione, tra di noi non funziona così. Non si tratta nemmeno di telepatia. Per comunicare solitamente utilizziamo direttamente la realtà, modificando a nostro piacimento il microscopico caos che popola le nostre vite, ed intervenendo per far sì che in qualunque situazione arrivi alla mente una data informazione, per analogia. Lo so, non hai capito nulla, ma non è un problema. Posso solo aggiungere che, anche se astruso, questa antica forma di comunicazione ha i suoi motivi di resistere anche ai giorni d'oggi, soprattutto perchè permette al Piano di svilupparsi senza gli intoppi dovuti alle nostre individualità." 
Microscopico caos? Piano? Ma di cosa parla? La mia attenzione è fortissima, mille domande si affollano, ma riesco a mantenere un grande silenzio. Sembra che la cosa piaccia al mio interlocutore. 
"Bene. Il nostro incontro è terminato. Possiamo andare ognuno per la sua strada. In questo caso, tuttavia, non è opportuno dirci arrivederci, perchè questa è la prima ed ultima volta che ci vedremo in vita nostra. Posso solo augurarti in bocca al lupo, e benvenuto."
Non mi aspettavo un commiato. Ribatto sconcertato: "Ma come, ci lasciamo così? Io non ho capito nulla di quello che mi hai detto. Cosa sono l'Organismo e il Piano? Qualche forma di organizzazione segreta? Mario, devi dirmi qualcosa, non puoi lasciarmi così!"
Mario interrompe le mie lamentele con voce ferma: "Ti ho già detto che risponderò ad ogni tua domanda, ma che lo farò come meglio credo, sfruttando tutti i mezzi che riterrò opportuni. Piuttosto, continua con i tuoi studi: da quello che ho visto sei ancora molto indietro, e non ti sei ancora accorto di cose evidenti anche ad un bambino. In quanto al fatto di accettare o meno la mia proposta, nessuno ti obbliga ad aderire all'Organismo. Anche perchè io cercherò di comunicare con te, ma se tu non vorrai fare altrettanto sarà per me impossibile trasmetterti alcunchè. Non ci troverai facendo una ricerca su Internet."
Le sue ultime parole mi hanno colpito. Si riferiva al fallimento con cui ho cercato di rintracciare il Dr. Ghosh? D'un tratto mi sento come un bambino che chiede cose che non sono all'altezza delle sue capacità. Non ho più alcuna forza di controbbattere, e in quel momento ritengo assolutamente ragionevole alzarmi e tornare verso casa. Anche se ora mi mordo le mani, perchè brucio dalla curiosità di sapere ancora di più da quel misterioso e ben informato individuo. 
Percorriamo la strada verso la stazione in silenzio. Al momento di congedarci, Mario, con un repentino cambio di umore, guardandomi dolcemente negli occhi e con un mezzo sorriso che non riesco a decifrare, pronuncia questa frase : "Ci sono al mondo delle forze che opporranno resistenza a che tu possa conseguire i tuoi obiettivi. E' naturale e giusto che esse esistano. Sappi che sapranno essere molto, molto persuasive. Cerca dentro di te quale è la verità più giusta per te."
Io registro la frase come ipnotizzato. Salgo sul treno senza girarmi. Cerco un posto dove sedermi. Il treno parte lentamente, ma non cerco Mario dal finestrino. Ricordo solo che la mia mente era vuota: ha registrato tutto, ma senza alcuna capacità critica attiva. L'effetto termina pochi minuti dopo la partenza. Mi sento come svegliare, e d'un tratto si riattivano tutte le funzioni, come se qualcuno mi avesse levato un cappuccio che mi impediva di ragionare. E lentamente osservo la mia mente riempirsi di inspiegabili fatti.

giovedì 3 luglio 2014

Decisioni che cambiano la vita

Se desideriamo conoscere il perchè di un certo aspetto della nostra vita - ad esempio perchè stiamo attraversando un brutto periodo al lavoro, o perchè in famiglia sperimentiamo delle tensioni - vale la pena riflettere sul nuovo ruolo che può assumere il nostro passato.

C'è stato un tempo in cui non esistevamo, e ad un certo punto qualcuno ha desiderato che noi venissimo al mondo. C'è stato un tempo in cui non avevamo un lavoro: dopo abbiamo accettato una proposta interessante, "dando vita" ad un rapporto. Siamo tutti creature, ma siamo anche tutti creatori, perchè tutto ciò che prima non esisteva (fosse anche qualcosa di impalpabile come un'emozione o un'idea) è stato desiderato da qualcuno, che lo ha manifestato in un preciso attimo.

Il momento esatto in cui diamo vita a qualcosa esprime la struttura archetipica della nostra creatura. Il momento in cui abbiamo sentito dentro di noi che avremmo accettato quella proposta aveva la stessa Natura del nostro futuro lavorativo, e dunque ne avrebbe ereditato archetipicamente l'essenza. L'attimo in cui, in un'atmosfera di profonda consapevolezza, abbiamo concepito una idea importante, ha segnato la Natura di quell'idea - e di conseguenza della nostra visione del mondo, che da quel momento sarebbe definitivamente cambiata.

Questo risulta ancora accettabile, perchè è normale credere che le azioni presenti influenzino direttamente il futuro. Se io accetto di cambiare sede di lavoro, questo comporterà un cambiamento futuro delle mie azioni. Dovrò infatti pensare a trasferirmi, a cercare casa, a pianificare i rientri. 

Ma la parte più interessante è un'altra. Bisogna infatti prendere atto che le decisioni che prendo ora, siano esse consapevoli o no, influenzano tutta la mia vita, anche quella passata, modificandola radicalmente. Chiaramente questo non significa cambiare il mio passato, tornare indietro nel tempo e cose del genere. Quello che cambio è "solamente" il significato delle mie esperienze passate, ossia quale ruolo gioceranno da ora in poi nella mia vita. Ad esempio, se oggi decido di mollare tutto per fare il clown, è chiaro che il fatto di aver imparato a far volteggiare palline quando avevo 12 anni mi risulterà da ora in poi molto utile. Viceversa, se decido di continuare a fare il ragioniere questa esperienza rimarrà solo un ricordo, inutile dunque per quanto riguarda le mie attuali propensioni, e rimarrà tale per tutto il resto della mia vita. Almeno fino al momento in cui non mi si ripresenterà l'occasione di cambiare di nuovo lavoro.

Ogni manifestazione ha un inizio. Ogni creatura "viene alla luce" in un preciso istante. Per noi esseri umani è l'attimo in cui facciamo il nostro primo respiro, ed il discorso è analogo per qualsiasi creatura, di qualsiasi natura. E' ad esempio il momento in cui abbiamo sentito di amare una persona, o che abbiamo deciso di iscriverci a quel corso di danza. E' il momento significativo: l'attimo della decisione, il lampo di consapevolezza, la sensazione di avere tutta la vita in mano, in un solo momento. Sappiamo che la decisione che verrà presa in quel momento cambierà radicalmente la nostra esistenza, passata e futura, perchè assegnerà un nuovo perchè al nostro passato (che dunque non è mai definitivo) e riprogrammerà le esperienze del nostro futuro, come registi ed attori di un film che stiamo scrivendo e riscrivendo - creature e creatori allo stesso tempo. L'astrologo prenderà nota di questo attimo e se ne servirà per rivelare la Natura dell'esperienza in questione e le ripercussioni che questa decisione prenderà nella nostra vita. Riassegnando potenzialmente l'importanza di tutte le nostre esperienze.

In alcuni affascinanti momenti i nodi della nostra vita si ripresentano, tutti insieme, e ci chiedono: cosa vuoi fare della tua esistenza? Sta allora a noi decidere come affrontare questa Scelta.


lunedì 30 giugno 2014

La lettera di un misterioso indiano


Anche se è a volte appaiono incredibili, da un po' di tempo a questa parte mi sforzo di non credere più alle coincidenze. Soprattutto se a queste si aggiunge un buona dose di mistero.

La scorsa settimana una mia amica italiana, residente ormai da molti anni in Kerala non lontano dalla capitale Thiruvananthapuram, mi scrive per riferirmi che un suo caro amico indiano, industriale del cocco e grande amante dell'Italia, ha letto con interesse il mio articolo sul Dr. Ghosh. Mi riferisce in particolare che egli ha dei parenti che vivono proprio vicino alla città di Durgaput, e che si stupiva del fatto che, seppur, come molti indiani, interessati all'astrologia, non gli abbiano mai parlato di questo Dr. Ghosh. Lui li contatta per ottenere informazioni in merito. Magia dei sette gradi di separazione: i parenti trovano non il Dr. Ghosh, ma un suo allievo. Una volta informato dell'argomento, mi scrive una mail:
Dear Sir,

my name is Rabindranath Mukherjee. I was a scholar of the pitied Prof. Saithing Ghosh, died four years ago. I studied Vedic Astrology with him, and...
Scopro dunque con dispiacere che il Dr. Ghosh è morto. La lettera continua con un elogio alla memoria del suo compianto maestro, in particolare della sincerità con cui insegnava la materia che tanto amava e a cui aveva dedicato tutta la sua vita. Egli, seppur per molti anni studente del Dr. Ghosh, mi confessa che non aveva mai sentito il suo maestro parlare di un impiego dell'astrologia come strumento per dedurre la qualità del Tempo, nè di aver mai letto alcun articolo su questo argomento. Si stupiva anche del fatto che un articolo del genere fosse pubblicato a nome del suo insegnante, dato che egli detestava scrivere.
Lo ringrazio per il suo interessamento e gli rispondo illustrando con maggiori dettagli il tema della mia ricerca (che mi riprometto di riportare su questo blog al piu' presto), allegandogli anche alcune tabelle orarie, in cui si illustrano al minuto i cambiamenti delle energie attive durante la settimana in corso. Nutro segretamente la speranza che in qualche modo, a partire da queste informazioni il signor Mukherjee possa ricollegarle a qualche idea, o ricordo, che possa arricchire la mia teoria.
Attendo con ansia una sua risposta. Il mio amico indiano non si fa piu' sentire, ma dopo un paio di giorni ricevo una strana lettera da parte di un indirizzo mail anonimo, da cui cioè non si riesce ad intuire niente del suo vero proprietario. Riesco solo a ipotizzare, data la grammatica, che a scrivere sia un indiano, ma di identità diversa dal Sig. Mukherjee. Riporto qui la traduzione in italiano del breve testo:
"Ti sei già accorto che nella tua vita si abbattono molte minacce, e che alcune di esse si trasformano in sciagure? Hai già scoperto la legge di compensazione? Se sì, non abbiamo ancora molto tempo, devi contattarmi al piu' presto. Rispondi a questa casella di posta senza divulgare l'indirizzo".
Devo dire che lo scarno contenuto della mail mi ha molto inquietato. Nessuno ama farsi predire sciagure. Fra l'altro, che io sappia, non ho ricevuto alcuna minaccia da parte di nessuno: sono un ragazzo mite, che rifugge lo scontro e che cerca di trovare sempre un compromesso, per cui mi risulta quantomeno strano pensare che qualcuno ce l'abbia con me. La mia vita è famiglia, lavoro e studio. I miei rapporti sociali si consumano fra pochi amici. Insomma, chi dovrebbe avercela con me?
Mi colpisce poi il fatto che la mail parli al presente, come se queste cose si dovessero manifestare ora nella mia vita, e non in qualche imprecisato futuro. Posso solo dire che in questi giorni è morto un mio parente originario di Torino, e che ho avuto uno spiacevole incontro con una persona che ha frainteso alcune mie considerazioni - cosa che fra l'altro mi ha ferito parecchio. Ma cosa ha a che fare questo con i miei studi?

Ma la cosa ancora piu' strana - ed inquitante - è questa: lo sconosciuto chiede con urgenza se io abbia scoperto una certa "legge di compensazione" (compensation rule). Le mani tremano mentre scrivo questa cosa, perchè se quello di cui parla lo sconosciuto è la stesso di ciò che ho in mente, devo ammettere che io ho già avuto a che fare con questa legge. Assieme al mio Maestro, un paio di mesi fa, ci confrontavamo sul modo in cui le conseguenze della nostra volontaria resistenza al Destino si sarebbero potute manifestare nella nostra vita. Ad esempio, se io impedissi ad una mia Verità di manifestarsi, e si stesse invece apprestando il momento di realizzarla, come la Realtà avrebbe colmato questa lacuna? Secondo quali modalità? In quella occasione venne fuori una teoria abbastanza complicata, che al suo interno comprendeva una - testualmente - "legge di compensazione". Questa legge supponeva che la realtà operasse in accordo ad una sorta di "contrappasso", analogo a quel tema medievale reso famoso da Dante. Per preservare ciò che di importante rappresentiamo, ossia la nostra personalissima Verità, le nostre lacune vengono colmate dall'esistenza per analogia o per contrario trasformandosi in Fato - che molto spesso porta sofferenza e dolore nella nostra vita.

Ho risposto al misterioso mittente, dettagliando maggiormente la teoria che include la "legge di compensazione" ed allegando delle nuove tabelle orarie, quelle di questa settimana. Raccolgo dunque la sfida, forse con un po' di ingenuità, ma con la bruciante voglia di conoscere cosa le mie ricerche abbiano smosso.

Ho ricevuto quasi immediatamente una risposta. E' qui davanti ai miei occhi. Stento a credere al suo contenuto, perchè descrive qualcosa di cui non avrei mai immaginato l'esistenza.

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martedì 24 giugno 2014

Cronorivelatore - Gli studi del Dr. Ghosh

 Riprendo qui il tema che ho trattato ieri riguardo la realizzazione di un cronorivelatore (ossia uno strumento per rilevare la corrente Qualità del Tempo), in particolare riportando questa frase del Maestro:
Non è la prima volta nella Storia che se ne parla, anzi [...]
Questa frase mi ha molto incuriosito e, anche se il Maestro non mi ha incoraggiato a cercare, devo comunque ammettere di aver speso un po' del mio tempo nel reperire informazioni su altri ricercatori che nella storia hanno cercato di realizzare un analogo strumento.

Dato che il cronorivelatore presuppone l'esecuzione di molte operazioni matematiche in breve tempo, e visto che la tecnologia ci offre questa possibilità da non molti anni, ho pensato di concentrare le mie ricerche sulle più recenti avanguardi astrologiche, sperando che qualcuno avesse pubblicato qualche spunto di ricerca, o qualche risultato, sul Web. Le ricerche hanno riguardato principalmente pagine in lingua italiana ed inglese. Vi anticipo che non ho trovato granchè - ma una cosa l'ho trovata.

Uno studioso indiano, il Dr. Saithing Ghosh, astrologo di Durgapur, città del Bengala Occidentale, espone uno studio basato su di un approccio analogo a quello suggerito dal mio Maestro. Vorrei essere più esaustivo, ma di tutta la presentazione del suo lavoro non mi rimangono purtroppo che alcuni brevi appunti presi su un file del mio computer, dato che non riesco più ad accedere alla pagina originale. Vi riporto di seguito la traduzione dall'inglese di quello che ho salvato.

Il Dr. Ghosh parte da alcune considerazioni di carattere generale:
 ... la branca dell'Astrologia che studia brevi periodi di tempo per ogni realizzazione di eventi, decisioni o azioni... La configurazione del tempo è continua... si può definitivamente provare la validità dell'Astrologia in termini di analisi del tempo e non di analisi dei pianeti...
Poi spiega la sua teoria di base:
...per ogni evento o cambiamento intorno a noi ci deve essere certamente un momento in cui si verifica: se conosciamo i segreti del momento, siamo in grado di prevedere l'esito dell'evento molto prima prima dell'evento vero e proprio...
I miei appunti terminano con queste parole:
Questo approccio ha un limite: esso è in grado di prevedere i risultati che si otterranno solo se ci sarà "azione", dove azione va intesa come qualunque attività umana, anche intellettuale...
Non so poi come abbia continuato i suoi studi il Dr. Ghosh, dato che tutte le ricerche su di lui risultano infruttuose.

L'ultima cosa che ricordo di questa lettura fu questa ultima frase. Mi colpì profondamente perchè in effetti illustra con sorprendente chiarezza una cosa fondamentale: che le energie che scorrono durante gli istanti della nostra giornata non "producono" nessun effetto. Gli unici produttori di eventi siamo noi esseri umani: le energie semplicemente ci accompagnano nella realizzazione delle nostre attività. E scoprire quali energie siano più adatte ad una certa attività, e quando esse scorreranno di nuovo, è il nocciolo delle mia ricerca.

lunedì 23 giugno 2014

Il "cronorivelatore": vedere gli Dei accanto a sè.


Mi piace fare delle lunghe chiaccherate (si fa per dire) con il mio Maestro. Se pongo le giuste domande, Egli mi dona sempre delle informazioni interessanti, che io trascrivo con grande soddisfazione su un mio privato diario elettronico. Ed anche se spesso non capisco le risposte che Egli mi dà io le segno lo stesso, nella speranza che un giorno mi saranno finalmente chiare. 

Questa volta sono riuscito a mettere a frutto velocemente i suoi consigli, ed è venuta fuori una cosa veramente interessante. Ecco come è andata. 

Una decina di giorni fa ho chiesto al Maestro qualcosa sulla Qualità del tempo (ne accenno in maniera indiretta in questo post), ed in particolare sulla possibilità di poterla abilmente sfruttare per programmare gli eventi della nostra giornata in modo tale da goderne al massimo:
"Da un paio di giorni ho in testa questa idea fissa, non so bene come spiegarmi, è più una specie di premonizione non ancora digerita, una idea sfocata, come se una parte di me avesse colto qualche aspetto interessante, ma non ne abbia ancora informato la coscienza."
Lui è sempre felice di aiutarmi quando pongo domande su argomenti fumosi, in cui cioè comprendo la risposta ma non so ancora esprimerla in forma compiuta. Inizio a sospettare che Egli ami più fare il detective che il Maestro Spirituale. Comunque, questa è stata la sua risposta:
Quello che stai intuendo non è fantascienza, ma una effettiva possibilità umana. Parlo della possibilità, attraverso qualche strumento di tipo logico, umano e materiale, di poter comprendere la qualità dello spazio/tempo attuale in modo abbastanza preciso, sufficientemente preciso per ottenere interessanti risultati. Non è la prima volta nella Storia che se ne parla, anzi [...]
Devo mordermi la lingua (anzi la mente) quando mi serve questi abbocchi su impossibili antiche verità: mi sono accorto che non ama fornire luoghi, nomi e date precise. Ho interpretato questo come un atto di misericordia, dato che so in cuor mio che il mio animo indagatore si perderebbe volentieri nello studio delle conoscenze del passato, disinteressandosi completamente della Realtà che mi circonda. Dal suo punto di vista il mio destino non è evidentemente nel salvare qualcosa del passato, ma nel creare qualcosa di nuovo nel presente, ed io ne prendo atto.

Capita che quando ragiono liberamente su qualche argomento, spesso alle idee si accompagnino anche dei brevi flash visivi. Ho imparato con l'esperienza che questi sono eventi realmente accaduti nel passato o in qualche futuro ipotetico, ossia possibili declinazioni di scelte collettive e personali. Non sono quindi "il" futuro, ma uno dei possibili futuri che potrebbero attuarsi. Rivelo allora al Maestro le immagini che spesso ricorrono quando ragiono su questo tema. Lui intuisce al volo cosa vedo. Si tratta sempre della stessa visione: alcuni uomini barbuti, con uno strumento in mano, sono pronti ad eseguire una certa azione ma si bloccano, in attesa che il dispositivo dia loro un qualche segnale di partenza. 

Cerco spiegazioni: chi sono questi uomini? Dall'aspetto e dall'abbigliamento sembrano dei saggi postmoderni, vestigia di civiltà ormai estinte, vestiti di abiti semplicissimi dai colori naturali. Quello che più mi colpisce sono però i loro occhi attenti, ma leggermente spenti, come di persone che conoscono fin troppo bene quello che li circonda, ormai immuni dalla paura del futuro che invece attanaglia i loro contemporanei. Nella visione non si vede cosa hanno in mano: è una specie di taccuino o un dispositivo elettronico, o qualche altra diavoleria tecnologica? Non vivono in un ambiente tecnologico - nella visione i loro piedi poggiano sulla nuda terra, e non si vedono edifici all'orizzonte. Come fanno allora a possedere uno strumento così avveniristico? 

Mi chiedo se queste visioni siano percezioni del passato, di un possibile futuro, o di un film di fantascienza. Mi risponde così:
Credo che dovrai concentrare i tuoi studi e la tua attenzione verso questa direzione. Abbiamo una bussola naturale che segna quale principio ci sta maggiormente influenzando in questo momento. Se vuoi puoi studiare tutto questo da un punto di vista matematico, non ti manca molto, la maggior parte delle informazioni ce le hai già. [...] Vogliamo iniziare a pensare come potrebbe essere fatto?
Io chiaramente ho accettato (voi non lo avreste fatto?), e vi risparmio la sequela di informazioni che ne sono scaturite, difficili per me e credo incomprensibili ai più. Grazie alle mie conoscenze informatiche sono riuscito a implementare un primo modello della Realtà costruito a partire dalle indicazioni del Maestro. Ho lavorato con molta passione, scontrandomi con numerose difficoltà, ma alla fine ho potuto toccare con mano dei risultati tangibili. Cercherò di formulare quello che ho scoperto in un prossimo post, tutto dedicato alle scoperte che ho fatto grazie al modello che mi ha regalato il Maestro. Vi anticipo solo che le conseguenze per la mia vita sono state stupefacenti: credo che la frase più appropriata per spiegare ciò che ho visto sia: "è come vedere gli Dei accanto a sè". Grazie alle indicazioni del Maestro ho scoperto con sorpresa che non c'è più bisogno di cercare di capire dove essi si nascondono, quali siano i loro voleri, come essi faticosamente cerchino di farsi intendere da noi mortali. Perchè noti concretamente la loro presenza in ogni istante della vita, e di come, grazie a questa capacità, non cammini con la benda sugli occhi, sbattendo continuamente contro muri ed ostacoli, ma per la prima volta ti muovi agile, decontestualizzando spazio e tempo, che diventano semplicemente variabili al tuo servizio.

Per ora non dico di più, devo ancora comprendere pienamente cosa ho scoperto. Ne è venuta fuori quindi una interessante teoria. Anche se questo modello è semplificato rispetto alla complessità del modello originario, risulta comunque interessante, soprattutto perchè lega in modo preciso Astrologia ed un'altra disciplina esoterica, affascinante e poco conosciuta, che secondo me completa la prima efficacemente, andando a colmare l'una le lacune dell'altra. Ne sta venendo fuori una cosa nuova: che io sappia, nessuno nel mondo di oggi, nè mi è giunta voce che in passato qualcuno lo abbia fatto, si era mai avventurato in questa direzione - anche perchè la strada che sto battendo risulta impraticabile a chi non possieda discrete conoscenze informatiche, buone basi astrologiche ed un immancabile pizzico di follia, quel tanto che ti permette di avanzare nel buio fregandotene di tutto quello che potresti sbagliare, sottovalutare, ignorare.
Devi capire che non esistono momenti migliori o peggiori, quella è una stronzata. Esistono però momenti più adatti a fare qualcosa, altri a farne altre.
A volte il mio Maestro è un po' scurrile, ma solitamente lo fa a ragion veduta. In questo caso, polemizza su un certo tipo di Astrologia, che giudica i momenti della giornata in positivi e negativi. In realtà Egli desidera solo mostrare che ogni momento può essere buono per un certo tipo di attività, e che non esistono momenti cattivi (ossia, inutili o peggio ancora, dannosi), in cui bisognerebbe rifugiarsi in un ripostiglio con gli occhi fissi sull'orologio a non fare niente.
Ciò che ora potrebbe essere diversa è la diffusione di massa di queste conoscenze.
Devo ammettere che sto ancora cercando di capire cosa ho in mano. Cercherò a breve di postare alcuni risultati, in particolare pubblicherò dei grafici sull'andamento delle energie nel corso della giornata che tutti potranno sperimentare sulla loro pelle, e di come esse possano essere "cavalcate", per assicurarci il massimo risultato in quello che programmiamo di fare.

Lascio i miei lettori con una domanda. Immaginate per un istante che questo strumento esista già e supponiamo che grazie al suo aiuto la Realtà inizi a disvelare pienamente le sue trame. Chiamiamo questo ipotetico strumento "cronorivelatore", ossia rivelatore della qualità del Tempo. 

Quali sarebbero le ricadute sulle vostre vite? Vorreste uno strumento del genere? L'immagine dei saggi vi alletta o vi respinge? Vorreste essere uno di loro?

giovedì 12 giugno 2014

Mondiali di Calcio 2014: una riflessione astrologica

Anche se a volte trascurata, la lettura astrologica degli eventi può fornire preziose indicazioni agli studiosi "verticali". Le nostre quotidiane difficoltà sollecitano abitualmente un utilizzo dell'astrologia mirato a comprendere il significato degli eventi legati alla nostra particolare esistenza. Cionondimeno, ogni manifestazione, così come ogni essere vivente, possiede un momento ed un luogo precisi in cui si può convenire che essa sia "venuto al mondo", cioè abbia fatto la sua apparizione nella nostra Realtà.

Oggi si inaugurano i Mondiali di Calcio del Brasile ed ho immaginato che sarebbe stato interessante dare un'occhiata alla loro Carta Astrologica allo scopo di sbirciare la Verità che si cela dietro questa grande manifestazione. Aldilà dell'importanza dell'evento per gli appassionati del pallone - categoria a cui io non appartengo - ero curioso di comprendere il significato dell'altra faccia del mondiale, ossia quella rappresentata dai poveri delle favelas (o, meglio, comunidade), coloro per cui il mondiale non si traduce affatto in divertimento, ma che al contrario subiscono sofferenze ed ingiustizie proprio a causa di una manifestazione che, in ricordo dei giochi dei tempi antichi, dovrebbe presentarsi come un evento di pace e fratellanza.

Anche se può sembrare azzardato associare il Mondiale all'intera nazione sudamericana che lo ospita, appare tuttavia chiaro che tale evento ha comunque una sua indiscutibile importanza per il popolo brasiliano, se non altro per la tradizione che lega questa nazione al gioco del calcio. Credo che milioni di bambini poveri crescano con il sogno di far parte di una grande squadra di futebol, e questa energia permea concretamente la manifestazione che oggi attrae l'attenzione di tutti gli appassionati di calcio del mondo.

La risposta è stata interessante. Dalla Carta si nota infatti che la Natura dell'evento indica una nascita e una "prima infanzia" compromessa da forti difficoltà; e che tali ostacoli si presentano soprattutto sul piano materiale, dato che il Mondiale ha dal punto di vista astrologico una notevole natura mentale, propensa dunque a schiacciare la Realtà sotto il peso di una qualche implacabile idea.

A mio giudizio, ritengo che tale idea sia quella di organizzare una manifestazione assai onerosa in una nazione in cui il 20% della popolazione è ancora sotto la soglia di povertà ed in cui il divario sociale è tuttora inaccettabile.

Tali difficoltà non si presentano comunque per rimanere eterne. Esiste infatti la possibilità che il Mondiale volga a favore del paese che lo ospita, generando, più per istinto di sopravvivenza che per qualche tornaconto, un cambio di rotta interessante, volto ad integrare virtuosamente temi squisitamente spirituali con quelli di urgente indigenza materiale. Ma perchè questo accada il popolo brasiliano deve porsi davanti una meta eccezionale, non accontentandosi di modeste soluzioni, o peggio ancora cercando di importare tecniche o decisioni mediocri da altre realtà.

Nel momento in cui tale obiettivo straordinario sarà stabilito il popolo brasiliano - anche attraverso i suoi governanti - non dovrà esitare, lanciandosi invece a capofitto in questa sconosciuta e memorabile impresa, senza preoccuparsi troppo delle inevitabili difficoltà: l'energia accumulata risulterà ampiamente sufficiente per appianare ogni ostacolo che si presenterà lungo il percorso.

Se faranno questo il successo dell'impresa sarà assicurato, e gli effetti saranno così travolgenti da non fermarsi ai confini della nazione sudamericana. Questo traguardo potrebbe rappresentare infatti un importante nuovo inizio per molti altri nel mondo: metteranno infatti radice nuove mentalità, addirittura una nuova visione del mondo - in cui la spiritualità uscirà dalla routine del culto per essere concretamente più vicina ai problemi di ogni nazione segnata da grandi ingiustizie - e di conseguenza si apriranno per coloro che raccoglieranno il messaggio dell'impresa brasiliana orizzonti nuovi, in cui i problemi del passato saranno solo un ricordo (almeno se non abbiano la malaugurata idea di guardare con nostalgia al proprio passato).

Seppur, come tutte le imprese grandiose, questa appaia assai promettente, la cosa non sarà comunque di facile attuazione. Anche nel modo di esprimere la sua Natura il Mondiale incontrerà delle difficoltà, dei problemi tecnici, delle resistenze mentali. Ma queste, come tutti gli ostacoli ben sfruttati, potrebbero permettere alle energie di riunirsi e di rendersi splendidamente efficaci nella costruzione di qualcosa di grandioso.

Gli occhi del mondo sono puntati sul Brasile e su come riuscirà a gestire questa grande prova. La ricompensa sarebbe grandissima - nel Destino di questo Mondiale ci si gioca ben più di una coppa. L'intera nazione, con le sue contraddizioni e il suo immenso patrimonio umano, ha la possibilità di salire sul podio delle nazioni più evolute del pianeta, e da quella posizione avere l'autorevolezza di poter indicare le malefatte dei potenti e delle nostre più oscure pulsioni distruttive. 

I Mondiali simboleggiano, per tutti gli oppressi ed i poveri del mondo, la possibilità di poter rinnovarsi, dando una svolta intensa alla propria esistenza. Io spero che il Brasile colga questa occasione. Vedo con piacere che in molti nel mondo approfittano del Mondiale per mostrare il lato oscuro del nostro occidente, ma il compito ora è affidato ai brasiliani, ai loro governanti e, soprattutto, ai loro artisti e poeti, gli unici in grado di poter ispirare una intera nazione, senza capitanare alcunchè: l'umanità intera ne trarrebbe uno straordinario giovamento.

lunedì 9 giugno 2014

Miley Cyrus e coscienza collettiva

L'esistenza della materia invisibile può essere in parte sperimentata attraverso vie tortuose ed inverse. Dato che, per loro natura, le energie sottili non si sperimentano con i sensi materiali, e di esempi per dimostrarne comunque l'esistenza ne esistono molti, può essere interessante ricavarne maggiori informazioni inferendone le proprietà dagli effetti collaterali che esse producono in tutti gli esseri viventi.

Oggi qui parliamo di quella particolare energia creata dalla coscienza umana per la sopravvivenze delle idee. Queste, come accennato in un post precedente, possono essere efficacemente interpretate come esseri dotati di una propria vita, ossia descritte in termini di nascita, crescita e morte. Uno o più esseri umani danno vita alle idee: esse circolano nelle menti degli uomini che donano loro attenzione, ossia prezioso nutrimento. Una idea muore quando nessuno le dà più attenzione.

Pensare che le idee possano circolare solo attraverso uno scambio diretto di conoscenza è fortemente riduttivo. Tutte le specie viventi comunicano fra loro, anche attraverso mezzi non materiali. L'esempio della centesima scimmia, le reazioni chimiche che si riproducono con facilità una volta che qualcuno nel mondo le abbia già realizzate. Oppure le strane coincidenze della storia umana, come ad esempio la diffusione mondiale dell'agricoltura fra i popoli primitivi praticamente nel giro di un battito di ciglia. Non credo serva elencarne altre, il lettore a questo punto dovrebbe aver intuito di cosa sto parlando.

La comunicazione fra esseri umani può non avvenire direttamente, ossia sul modello di una "spedizione", prevedendo quindi un mittente, un contenuto ed un destinatario. Ma al fianco di tale modalità esiste, seppur invisibile, una sorta di "serbatoio comune" di idee da cui chiunque può attingere ciò che più gli interessa. Gli esseri umani se ne sono sempre serviti con successo per fini di sopravvivenza ed evolutivi. Essa è l'unione di tutta l'energia mentale che gli esseri umani riservano ad idee e convinzioni comuni. Religioni, sistemi politici, tipi di società: qualsiasi attuale struttura mentale umana ne fa parte.

Quando si dice che siamo tutti uno è perchè le coscienze seguono la regola per cui piu' esse sono accomunate, cioè piu' esse sono vicine, spiritualmente o materialmente, piu' materia, anche mentale, essi condividono. Questo avviene anche fra individui di specie diverse: passare molto tempo con il mio gatto mi avvicina a lui, tanto che in qualche modo noi non comunichiamo piu', ma condividiamo una visione del mondo comune, per cui egli conosce le mie azioni già prima che io le compia, e viceversa.

Lo stesso accade per gli esseri umani, intesi come razza. Se, ad esempio, persone influenti nel mondo dello spettacolo pompano sui media l'ultimo singolo di una giovane cantante, nota più per la propria disinvoltura sessuale che per le sue abilità canore, ed ascoltatori inconsapevoli iniziano a far girare il suddetto brano nella loro testa (leggi: gli donano la propria preziosa energia), ecco che uno sconosciuto singolo può diventare un brano di successo mondiale. 

Superata una certa soglia, l'accumulo di energia mentale è ormai a livelli sufficienti per essere contattata direttamente, data la sua mole e vitalità. E' facile accorgersi di questo, e vi spingo sinceramente a provare questa esperienza. La cosa funziona meglio se non siete particolarmente attratti dalla musica pop moderna. Quando volete, provate dunque a prendere un brano di successo di qualche mese fa di una qualsiasi cantante ex-teenager, che magari ha venduto milioni di copie nel mondo, e provate a meditare durante l'ascolto del brano. Sgombrate completamente la vostra mente ignorando gli input che vengono dalla vostra mente, o da altre entità che vivono in voi. 

Se siete fortunati sentirete, anche se non è un brano che sentite vostro, una strana "familiarità" con il pezzo in questione. Se avete delle doti di particolare sensibilità, durante l'ascolto avrete anche dei flash emozionali, legati probabilmente al momento del ritornello o a qualche sospiro dell'artista. Comunque vada, complimenti. Siete riusciti consapevolmente a connettervi con l'energia umana associata al brano in questione ed avete, seppur per pochi istanti, addirittura ricavato delle informazioni puntuali sulla qualità di questa energia.

L'esempio è abbastanza sciocco, lo ammetto, ma dovrebbe farci riflettere almeno su una cosa. Se riusciamo con questa facilità a connetterci ad un potenziale così frivolo e distante da noi, tanto da percepirne distintamente le energie ed addirittura il contenuto emotivo, come possiamo essere sicuri che questo non accada anche nella direzione opposta, ossia dal serbatoio alla nostra mente, in modo magari incosciente? Chi ci assicura che quello che abbiamo nella nostra testa (convinzioni, idee, opinioni e di conseguenza emozioni) sia veramente nostro, o comunque accolto in maniera cosciente? Credo che il 99% del contenuto della nostra psiche sia di origine esterna, ossia ereditata dalla nostra cultura o dalla società in cui viviamo. In gran parte esso è materiale assolutamente utile per la nostra vita di tutti i giorni; ma siamo convinti che sia utile anche per la "nostra" vita, ossia per quella particolare Verità che siamo venuti a manifestare nel mondo?

Ve la sentireste di affidare la vostra vita ad uno strumento, cioè la nostra mente, così facilmente manipolabile? Difendiamo strenuamente le nostre idee, ci battiamo per ciò che crediamo. Questo è bene, ma spesso gli ideali che difendiamo non sono nostri, o perlomeno non aderiscono al nostro individuale destino. Siamo nati in un determinato contesto e per questo qualcuno ci ha convinto che è giusto avere determinate idee: queste si sono insinuate dentro di noi come replicanti, sfruttando la nostra preziosa energia ma non donandoci gioia. Eppure quasi sempre continuiamo a perseverare nella stessa direzione, perchè siamo strenuamente convinti che ciò in cui crediamo sia la "nostra" Verità, scoprendo magari troppo tardi che quella era la Verità di qualcun'altro.